MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE LA CIVITELLA, CHIETI

L’ingresso al Parco Archeologico

MUSEO ARCHEOLOGICO LA CIVITELLA

Il Museo Archeologico Nazionale La Civitella, inaugurato nel 2000, racconta la storia di Chieti (antica Teate) e le sue trasformazioni nel tempo in modo originale e coinvolgente, attraverso reperti, ricostruzioni scenografiche, proiezioni multimediali, giochi di luce e musiche suggestive. Propone tre diversi percorsi, da godere in un’unica visita oppure in più occasioni. L’itinerario dal titolo “L’inizio della storia urbana” riguarda il sito che ospita il museo con il suo parco archeologico e mostra i materiali relativi alla fase repubblicana della città (III-II secolo avanti Cristo). L’elemento di spicco è la ricostruzione dei frontoni dei tre templi dell’Acropoli, decorati con lastre di rivestimento e sculture in terracotta policrome. L’itinerario “La Terra dei Marrucini delinea la fortuna di Teate, centro egemone del territorio compreso tra la Maiella e il mare Adriatico, parallelo al corso del fiume Aterno-Pescara. Di grande interesse è l’installazione dedicata alla Grotta del Colle di Rapino, luogo sacro alla tribù dei Marrucini, con al centro la statuetta in bronzo di divinità femminile, nota come Dea di Rapino. L’itinerario “Da Roma a ieri” è dedicato alla città romana e alle sue trasformazioni. Ai lati di uno spazio che suggerisce una strada, allestito con i materiali architettonici, epigrafici e scultorei che si riferiscono alla vita pubblica di Teate Marrucinorum, si aprono gli ambienti dedicati ai monumenti ancora visibili in città: gli edifici del Foro, le aree residenziali, il Teatro, l’Anfiteatro e le Terme. Il percorso si conclude nello spazio dedicato alle aree funerarie, dove si possono ammirare i rilievi della tomba monumentale del liberto C. Lusius Storax, di fondamentale importanza per ricostruire una giornata di giochi nell’anfiteatro.

 

 

L’Anfiteatro, vista da sud

 IL PARCO ARCHEOLOGICO DELL’ANFITEATRO ROMANO

L’anfiteatro fu costruito intorno alla metà del I secolo dopo Cristo in un’area facilmente accessibile, vicina alla cima dell’acropoli e forse già in precedenza destinata alle feste “popolari”. Dell’edificio originario, in opera mista di reticolato e laterizio, oggi restano pochi elementi, a causa delle trasformazioni subite a partire dall’età tardoantica. All’epoca del suo massimo splendore, vi si svolgevano gli spettacoli più amati dai Romani, i ludi, che iniziavano al mattino con le grandi cacce alle belve feroci (venationes) e proseguivano nel pomeriggio con i combattimenti tra gladiatori (munera). Il pubblico vi assisteva dalle gradinate della cavea, suddivisa in tre ordini: in basso (ima cavea) sedevano i cittadini più illustri, al centro (media cavea) la gente comune, in alto (summa cavea) le donne e gli schiavi. I protagonisti assoluti erano i gladiatori: schiavi, prigionieri di guerra, condannati a morte oppure uomini liberi, che ad ogni incontro rischiavano la vita nell’arena per il divertimento delle folle.

 

Maria Di Iorio

 

Per raggiungere il museo: